Ripropongo un interessante documento, pubblicato nel settembre del 2020 e condiviso dalla Fondazione AIOM il 19 ottobre 2021, relativo al ruolo e all’interazione fra esercizio fisico e tumore.
A mio avviso sono due le considerazioni da svolgere ed eventualmente sviluppare da parte sia degli operatori del settore che della classe dirigente:
1. Innanzitutto sono confermati i benefici che l’attività motoria apporta, in termini di prevenzione primaria e terziaria, alla salute dei singoli e della comunità (il riferimento specifico riguarda il cancro del colon, della mammella, dell’endometrio, del polmone e della prostata);
2. La seconda considerazione attiene al ruolo del chinesiologo, figura professionale prevista dall’art. 41 del D.Lgs. 28 febbraio 2021 n. 36, che opererebbe, da un lato, in uno scenario sportivo e fin qui nulla quaestio, e, dall’altro, anche in una dimensione intimamente ed empiricamente connessa con la salute delle persone, secondo una logica identica a quella sottesa alla scelta di qualificare nell’ambito delle professioni sanitarie la fisioterapia e l’osteopatia.
Ebbene l’auspicio è proprio questo: ricomprendere - e qui l’intervento deve essere de iure condendo - l’esercizio fisico in generale (cosa diversa dalla pratica sportiva) e quello adattato, condotti dal chinesiologo, nell’ambito delle professioni sanitarie.
Buona lettura.